I migliori 20 dischi Rock del decennio 2010-2020

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20. In Dream – Editors (2015)

Dagli esordi sensazionali di The Black Room e An End Has A Start, tante cose sono cambiate in casa Editors. Su tutte, l’abbandono del chitarrista Chris Urbanowicz ha probabilmente aperto la strada alle sperimentazioni in chiave dream pop. In Dream, per l’appunto, rappresenta il grande punto di giuntura nella doppia personalità di una band, che è riuscita a portare l’elettronica alle vette delle classifiche europee.

 

19. What Did You Expect From The Vaccines – The Vaccines (2011)

L’esordio dei The Vaccines è quello che non ci si aspetta all’inizio degli anni dieci, decade iniziata con roboanti influenze dubstep che hanno interessato anche la macro scena rock. Ebbene i The Vaccines scelgono invece di tornare indietro nel tempo. Riverberi tenuti altissimi, canzoni dalla breve durata, atmosfere retrò lontane mezzo secolo e tantissima voglia di far divertire, nel primo disco di una delle realtà britanniche più empatiche dell’ultimo decennio.

 

18. Yorktown Heights – Grant Nicholas (2014)

Il nome di Grant Nicholas dirà poco a molti, eccezion fatta per una nicchia di appassionatissimi seguaci dei Feeder, sparsi a macchia d’olio in Europa così come in Asia.
Il cervello della band nippo-gallese va da solo, e ancora una volta riesce in Yorktown Heights a estrarre tanto dalla inesauribile verve emotiva. Un lavoro semplice ma a tratti melodicamente perfetto; l’ideale da ascoltare per ricordare ai fan chi è stato uno dei cantautori più sottovalutati della scena britpop britannica, e per allargare il suo bacino di pubblico.

 

17. What Went Down – Foals (2015)

I Foals sono una grande promessa della scena alternative inglese, in parte poi parzialmente disattesa.
Un’ottima tecnica unita al forte carisma del cantante greco Yannis Philippakis, hanno portato agli apici il loro rock sperimentale. What Went Down pubblicato per la Warner Bros. nel 2015, è una fusione tra riff massivi e improvvise evoluzioni progressive. Una chicca per i musicisti!

 

16. The Kingdom – Bush (2020)

Quando si tratta di premere sull’acceleratore, i Bush non hanno mai disatteso le aspettative, né rinunciato al graffio tipico di un grunge ormai d’ altri tempi. Dopo aver anticipato il singolo Bullet Holes (in sinergia con Keanu Reeves e col suo colossal “John Wick 3 -Parabellum”), nel 2020 Gavin Rossdale e co. sfornano uno dei dischi più interessanti dell’anno: ruvido, cattivo e privo di ogni contaminazione elettronica tanto in voga di questi tempi. Dulcis in fundo, da premiare la produzione maniacale che lo rende un album degno di far parte di una rigida selezione.

 

15. B’lieve I’m Goin Down… – Kurt Vile – (2015)

La prima cosa che sorprende di Kurt Vile è quella di essere completamente fuori dal tempo. Il folk ispirato a Nick Cave ha indotto gli Stati Uniti a innamorarsi di quello che è a tutti gli effetti un anti-divo (nella sua città natale, Filadelfia, il 28 Agosto è “Kurt Vile Day”). Il suo picco artistico lo ha raggiunto, da solista, con questo album. Una perfetta colonna sonora per narrare la vita delle periferie, ma anche di quelle del lontano West quando tutto era lecito, anche fuori i confini della legge, come Vile canta nel disco. Maggiormente apprezzabile se ascoltato sprofondando nel suo mondo, spegnendo quindi TV e Smartphone, e accendendo solo sigari e incensi, magari sorseggiando del whisky del “vicino” Kentucky.

 

14. Sugar Rush – Nic Cester (2017)

Separatosi ormai definitivamente dai suoi Jet (noti per la hit “Are You Gonna Be My Girl”) Nic Cester ha deciso di fare tutto da solo e mettere su un nuovo progetto, accompagnato da una band che lo supporta durante i tour. In Sugar Rush il cantautore australiano tira fuori un inaspettato estro artistico e un timbro vocale di grande portata: atmosfere vintage e blues incorniciano un soft rock non comune, che non disdegna di essere liberamente pop.

 

13. The Amazons – The Amazons (2017)

I The Amazons sono riusciti a riaccendere d’entusiasmo di una scena rock come quella britannica, ultimamente opacizzata da forti contaminazioni di vario genere. Con il suo eponimo esordio, la band ha riportato alla ribalta il rock puro ed essenziale nelle classifiche inglesi e nel relativo pubblico, sempre avido di nuova musica su cui scatenarsi. Se non smarriscono la bussola, creeranno grande musica.

 

12. Velociraptor! – Kasabian (2011)

La coppia Pizzorno/Meighan, per via dei recenti problemi giudiziari di quest’ultimo, appartiene ormai al passato. Ma i Kasabian sono stati parte attiva del rock psichedelico del terzo millennio. Velociraptor! rappresenta l’apice della loro ascesa in termini di popolarità e maturità artistica: le canoniche sonorità orientali, marchio distintivo del gruppo, si fondono con la psichedelia anni settanta. Nel mezzo, tanta riflessione e qualche hit romantica.

 

11. Chasing Yesterday – Noel Gallagher’s High Flying Birds (2014)

Quando si tratta di sfornare hit, The Chief sbaglia raramente. In Chasing Yesterday, secondo lavoro post Oasis con i suoi nuovi compagni High Flying Birds, Noel Gallagher riprende parte del vecchio repertorio mancuniano, e lo fonde con nuove sonorità indie. Le collaborazioni col chitarrista Johnny Marr (The Smiths) e il batterista Jeremy Stacey (che dopo la pubblicazione entrerà nei King Crimson), completano un disco composto da dieci potenziali singoli, creato per essere ascoltato e venduto.

 

10. … Like Clockwork – Queens Of The Stone Age (2013)

La conferma che questo super gruppo abbia tutta l’intenzione di non essere un fenomeno di passaggio era ormai nota da tempo, e con questo album il progetto di Josh Homme prende forma in uno stoner e un blues pressoché impeccabile. Non è semplice ascoltare un disco dei Queens Of The Stone Age perché non è semplice etichettare la loro arte sotto un unico comun denominatore. Un album complesso che merita più ascolti per essere apprezzato appieno, al termine dei quale ci si renderà conto che, se alla batteria si alternano Dave Grohl e Joey Castillo, non si può che essere di fronte al super progetto rock più ambizioso di questo ventennio.

 

9. Drones – Muse (2015)

Accantonate le sperimentazioni di natura elettronica degli ultimi lavori, in questo disco Matthew Bellamy e compagni tornano letteralmente a suonare gli strumenti, ritrovandosi, a loro dire, come band, anche grazie ai problemi personali che il bassista Chris Wolstenholme è riuscito a mettersi alle spalle. Drones è un disco orecchiabile ma enigmatico, i cui significati socio politici necessitano di essere sviscerati attraverso un suono acceso e a tratti martellante. Un album che prepara la band a un grande ritorno sui palcoscenici del mondo intero.

8. Royal Blood – Royal Blood (2014)

Il disco di debutto del duo si presenta duro, nudo e crudo. I tempi di batteria a tratti martellanti imposti da Ben Thatcher, dettano legge in un garage rock che non lascia spazio a mezze interpretazioni. I Royal Blood fanno sul serio e vogliono da subito farsi sentire. Un esordio che sembra porre le fondamenta per il rientro dell’hard rock nel mainstream: sfida in buona parte vinta anche grazie alle buone pubblicazioni successive a questo straordinario esordio.

 

7. Nothing But Thieves – Nothing But Thieves (2015)

L’esordio dei giovanissimi inglesi è inquieto, eterogeneo ed estremamente al passo coi tempi, a tal punto che il timbro di voce e il cantato, quasi annoiato, del frontman Conor Mason, possono essere considerati, per certi versi, la versione maschile di quelli di Billie Eilish. Nel tempo la band ha dimostrato di conoscere bene le leggi del mercato e dell’ orecchiabilità, ma in questo esordio l’ ispirazione è data dalla melanconia, con sfumature indie rock di alto livello.

 

6. From The Fires – Greta Van Fleet (2017)

Il giovanissimo gruppo del Michigan, composto per tre quarti dai fratelli Kiszka e ripetutamente acclamato (e gonfiato) dalla stampa che non lesina paragoni coi Led Zeppelin, è riuscito – con questo lungo EP d’esordio (strappo alla regola di questa classifica) – a riportare le lancette indietro, riuscendo allo stesso tempo a risultare frizzante e attuale. From The Fires è un esordio shockante, considerata la qualità della musica e l’età di questi ragazzi: strutture sonore riempite d’assoli convincenti e una penna incredibilmente matura, fanno dei Greta Van Fleet uno degli astri nascenti più luminosi in assoluto del momento.

5. A Celebration Of Endings – Biffy Clyro (2020)

I Biffy Clyro sono tra le realtà britanniche più ispirate degli ultimi anni, e in questa selezione potrebbero esserci ben più menzioni dei loro lavori. A Celebration Of Endings è qualcosa di molto vicino alla perfezione per struttura e per modalità con cui un genere complesso come il progressive colpisce facilmente anche gli ascoltatori più distratti. Le ballate, una costante nelle creazioni di Simon Neil, non sono mai banali. Un disco ispirato; a mio parere il migliore nella scena rock del 2020.

 

4. El Camino – The Black Keys (2011)

Nonostante qualche polemica di troppo legata a un possibile plagio ai Led Zeppelin, con El Camino il duo blues rock dell’Ohio incendia classifiche ed entusiasma fan e critica in maniera unanime. Su questa scia e con un po’ di ritardo verrà loro consegnato un Grammy Award (quasi aggirando le regole per il miglior disco rock dell’anno). Quell’anno, però, l’ambito premio andrà ai Foo Fighters. Un vero, puro e classico disco rock che suona straordinariamente semplice e mai banale.

 

3. AB III – Alter Bridge (2010)

Come per il disco dei Bush, con questo lavoro siamo al confine con il metal, ma il cantato di Myles Kennedy, amalgamato alle strutture musicali degli ex Creed e di Mark Tremonti, conferiscono agli Alter Bridge un’aura romanticamente rock. Se una delle voci più calde dei nostri tempi lavora con uno dei chitarristi più eccentrici del metal contemporaneo, non può che uscirne un lavoro straordinario. AB III è probabilmente l’ apice della loro carriera, a tratti poesia allo stato puro.

 

2. Wasting Light – Foo Fighters (2011)

Con questo album, la band icona del rock del terzo millennio supera se stessa, costruendo un disco di qualità omogenea che per la band di Dave Grohl non si registrava dalla fine degli anni Novanta. Wasting Light è un disco suonato bene dalla prima all’ultima canzone; non una banalità. I Foo Fighters si superano per composizione e ispirazione, e Butch Vig (già produttore con Grohl in Nevermind dei Nirvana) patina il disco al punto giusto: rock energico, catchy, emozionante. Un baluardo della musica suonata ai nostri tempi.

 

1. AM – Arctic Monkeys (2013)

Si fa davvero fatica a comprendere cosa sia passato nella mente di Alex Turner e soci. Da piccoli ribelli del punk in pochi anni, gli Arctic Monkeys diventano una rock band vera e matura. AM suona e scorre in maniera incredibile, ogni brano sarebbe potuto essere estratto come singolo. Su Internet parecchi tra questi hanno una storia a sé . Un disco coinvolgente, emotivo, fuori dai nostri tempi (come diversi album in questa selezione); pura art déco applicata alla musica, che ha conquistato definitivamente la Terra Madre (Gran Bretagna), divenendo il vinile più venduto del decennio. Album straordinario tra gli straordinari.

 

Giancarlo Caracciolo

Giancarlo Caracciolo

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