“I’m Sorry”, dalla Puglia il singolo di Fabio Ricciuti ascoltato in Ucraina

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Lo scorso 17 giugno Fabio Riucciuti, dj producer di Margherita di Savoia (BAT), ha pubblicato il suo ultimo singolo per la Ovni Music sulle maggiori piattaforme di streaming musicale e sui suoi social personali. Il videoclip del pezzo, scritto e girato prima dello scoppio della guerra in Ucraina, cita direttamente “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin (1940), e mostra un Ricciuti alla consolle travestito da Führer, su un carrello di immagini evocative della decadenza e della brutalità del periodo storico in corso.
Secondo i primi dati raccolti tramite i report dei social, una buona parte delle visualizzazioni e delle condivisioni del video si sta concentrando nell’area geografica dell’Ucraina.

Dalla musica al video, lo stile del Ricciuti-Chaplin

Come in un’opera teatrale il protagonista trova il suo mantello, veste una nuova maschera e si trasforma nella belva capace di distruggere tutto quanto gli si presenti davanti. Comincia così il videoclip di “I’m Sorry”, l’ultimo singolo del DJ Producer Fabio Ricciuti uscito il 17 giugno, che con il suo incalzare in pieno stile Minimal Techno, raffigura alla perfezione la paranoia collettiva che sta ammorbando la società occidentale contemporanea, fra la pandemia di Covid-19 e lo scoppio della guerra in Ucraina a seguito dell’invasione di Putin.
Ricciuti veste i panni del Führer; non quello vero, bensì quello dell’allegoria intuita da Charlie Chaplin nel suo capolavoro “Il grande dittatore” del 1940, prim’ancora che Hitler diventasse Hitler a tutti gli effetti. Dopo aver calzato il classico giaccone di pelle nera da SS e coi baffetti freschi di matita, l’espressione di Ricciuti muta indelebilmente. La trasformazione avviene nello stesso momento in cui l’uomo comune vede le sue paure tradotte in bestialità dalla società del consumo sfrenato, logorata da guerra, inquinamento, avidità. È la solitudine provata dal Ricciuti-Chaplin nella folla che lo costringe a diventare una specie di maiale orwelliano, per potersi assicurare il potere, l’egemonia e il dominio sui più deboli, in un contesto in cui la sopravvivenza di tutti è a rischio per la guerra atomica, il surriscaldamento globale, la scarsità di risorse naturali.

L’amore universale per salvare noi, gli altri e il mondo

A nulla servirebbe la maschera chapliniana, se non entrasse in conflitto con il personaggio della realtà ivi rappresentato. Fra le immagini di bombardamenti, distruzione, armi, e tanti altri contenuti che trasmettono la stessa instabilità protratta nel ritmo sincopato di “I’m Sorry”, Ricciuti regala agli spettatori un lip sync sulle battute in lingua originale pronunciate da Chaplin nel film, con tanto di sottotitoli in italiano: “Mi dispiace, ma non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, neri, bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre. Dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo; non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca, ed è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato”.

La genesi del pezzo

Sia il brano, interamente scritto e prodotto da Fabio Ricciuti, che il video, prodotto da Attoterzo e diretto da Enrico Lamonaca e Damiano Lamonaca, nascono prima dello scoppio del conflitto bellico in Ucraina, come naturale conseguenza della precedente iniziativa lanciata dal DJ pugliese: #discharichemusicali. Ricciuti, infatti, non è nuovo a questo tipo di messaggi visivamente forti, e in piena pandemia – accortosi della quantità di discariche abusive presenti in Puglia, e nel rispetto delle normative covid vigenti – ha portato consolle e casse fra i cumuli di rifiuti abbandonati per sensibilizzare su una piaga che, da Nord a Sud, unisce tutti i territori italiani. Ma la lettura che accomuna il singolo “I’m Sorry” e il progetto #discarichemusicali è un’altra: la distruzione che lascia l’uomo alle sue spalle, nella più bieca indifferenza nei confronti dell’Altro.

È proprio questa mancanza di Alterità che ha ispirato Ricciuti a voler esternare i suoi sentimenti di afflizione in parole, immagini e musica, avvalendosi anche della preziosa collaborazione del sound engineer Vince Osel, di Artwork IllustraThor 2.0, della Actress coach Mary Dipace e, infine, del Supporter dj Ciro Maltri.
Il sincronismo fra la produzione del pezzo e la sua pubblicazione in un momento nel quale il tema della guerra è diventato di nuovo centrale in Europa, ha messo Ricciuti davanti a un dubbio morale; un vero e proprio cruccio sul buongusto nel far uscire un brano e, soprattutto, un video di questo tipo, proprio a poco più di cento giorni dalla prima esplosione in terra ucraina. Ma forse è in questo sincronismo che si incaglia la consapevolezza della storia, che – per dirlo alla Kant – risiede in noi come legge morale.

Il successo in Ucraina

Dai primi dati raccolti tramite i report dei social, con particolare riferimento a Facebook, il video di “I’m Sorry”, sta letteralmente rimbalzando sui profili geolocalizzati in Ucraina.

La forza evocativa di immagini e musica basta da sola a raccontare le emozioni di un popolo non solo ucraino, ma europeo, internazionale, mondiale, che resta sgomento dinnanzi alla barbarie della guerra.

Ci sono tanti casi nella storia in cui la musica ha superato i confini per passaparola diventando leggenda, come avvenne per il cantautore statunitense Sixto Rodriguez con “Cold Fact” (1970) che – per molti anni e a sua insaputa – rappresentò la colonna sonora del popolo sudafricano in lotta contro l’Apartheid.

Short Bio

Fabio Ricciuti nasce a Margherita di Savoia, in Puglia. Inizia a lavorare come dj all’età di 23 anni, dopo aver suonato la batteria in una band durante l’adolescenza. Durante la sua carriera porta avanti diverse collaborazioni con etichette del calibro di Nervous, King Street, We are Defected e con club come il Pacha e l’Armani Privé di Dubai, il Tresor e il Maria di Berlino, il Sankeys e il Delano di Ibiza, il Docks di Amburgo e il Tipic di Formentera. Attualmete, è regular dj presso il DF Theatre di Bisceglie.

Nel 2006, insieme ad alcuni colleghi, fonda il gruppo Rilove, iniziando la carriera da producer. In seguito, nel 2016 fonda l’etichetta discografica OVNI Music (dove la sigla sta per “Oggetti Volanti Non Identificati”).

Fra i festival di maggior rilievo in cui ha suonato Ricciuti, si segnalano l’Ade di Amsterdam e il Weird di Amburgo. Nel 2009 porta la musica House in luoghi della cultura come il Castello di Barletta, in occasione del festival Hormonika. Nel 2021 lancia la sua campagna social #discarichemusicali, suonando nelle discariche abusive presenti in Puglia.

Fra i suoi maggiori successi, oltre ad “I’m Sorry”, spiccano: “House of Calypso”, “Burl” e “On your mind”.

 

 

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Simone Calienno

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