Elefanti a Sanremo 2021 – Il pagellone musicale della terza serata della “kermesse”

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Arrivare alla fine di questa serata è stato come scalare l’Everest con l’infradito, un sequestro di persona terminato alle due di notte terminato con il pagamento di un forte riscatto: le ore di sonno.

 

Il tema di questa sera sono state le cover, ovvero un omaggio alla canzone d’autore italiana fatto dagli artisti in gara; questo almeno è quanto previsto da regolamento. Nei fatti però, la scelta fatta da alcuni artisti ha suscitato molte perplessità, non solo per chi si è scelto di omaggiare, ma anche per quella che è stata la resa finale. In molti casi, infatti, i cantanti sono riusciti nell’intento di far rivalutare i loro brani inediti, a scapito di cover che non si sono rivelate all’altezza degli originali.

 

Giudice di questa sera è stata l’ orchestra che, come previsto, ha preso una posizione precisa premiando la “classicità” di Ermal Meta, Orietta Berti e il virtuosismo degli Extraliscio, relegando agli ultimi posti la maggior parte della nuova generazione, senza però denigrare Willy Peyote e Maneskin, tra i migliori della serata. Anche la classifica generale comincia a cambiare forma, ma mai quanto stasera sarà importante il voto dei giornalisti se si vuole avere una svolta (in positivo, si intende), per cui Sala Stampa non ci deludere!

 

Sanremo 2021: i voti della serata Cover e Duetti

 

Noemi con Neffa – Prima di andare via: lo strano caso di una cover danneggiata dall’interprete originale. Lui continuamente fuori tempo e anche leggermente afono. Lei prova a sistemare le cose mettendoci del suo, ma non basta. Voto: 5

 

Fulminacci con Valerio Lundini & Roy Paci – Penso positivo: Roy Paci è il vero valore aggiunto, con lui l’orchestra si esalta. Fulminacci e Lundini ci mettono un pizzico di nonsense, dando nuovo senso all’unica grande chiesa da Che Guevara a Madre Teresa. La canzone guadagna qualcosa con l’umorismo, con tanto di riferimento finale all’attualità (“la pandemia”). Voto: 7

 

Francesco Renga con Casadilego – Una ragione di più: Insieme cantano: “non so se il cuore ce la fa”. Sicuramente lui non ce la fa, prova a prendere note più alte ma è costretto a fermarsi per non fare la fine di Fausto Leali; lei trasforma le parole in gorgheggi. Una mossa di difficile comprensione. Voto: 4,5

 

Extraliscio & Davide Toffolo con Peter Pichler – Medley Rosamunda: momento “vai col lissio”, un omaggio alla Romagna e al Sangiovese in un folk alternativo, con l’orchestra che sembra apprezzare. Pazzi. Voto: 7,5

 

Fasma con Nesli – La fine: è tutto un WTF? Dalla scelta di “omaggiare” Nesli nella serata dei cantautori, al problema tecnico al microfono; in realtà, vista l’esibizione, il fonico stava facendo un’opera di bene disattivando l’autotune. Voto: 4,5

 

Bugo con Pinguini tattici nucleari – Un’avventura: sento che la vedova Battisti farà l’ennesima causa alla Rai per uso improprio delle canzoni del marito. E come darle torto. Zanotti dei pinguini mette le toppe alle stonature di Bugo. Sarei curioso di sentire il parere di Morgan. Voto: 5

 

Francesca Michielin e Fedez – E allora felicità: un Medley che tra Calcutta, Felicità, Fiumi di parole e Non amarmi, vede anche Le cose in comune di Daniele Silvestri è da denuncia. Questi gesti si pagano col sangue. Voto: 4

 

Irama – Cirano: lui ha sempre detto di ispirarsi ai grandi cantautori, anche se non sembra viste le sue canzoni, ma in compenso decide di omaggiare il Maestrone Guccini con dignità, con una melodia che non sminuisce il testo. Voto: 6

 

Maneskin con Manuel Agnelli – Amandoti: gli allievi che si fanno accompagnare dal loro maestro per proporre uno dei classici dell’underground italiano targato CCCP. Sul palco succede di tutto, una buona vampata di rock ed energia in una esecuzione che sembra non voler finire mai. Damiano è il valore aggiunto. Voto: 8

 

Random con The Kolors – Ragazzo fortunato: dalla cima al precipizio. Più che una interpretazione a Sanremo sembra un duetto al karaoke. Inascoltabile. Voto: 4

 

Willie Peyote con Samuele Bersani – Giudizi universali: si torna a respirare aria pura. Peyote toglie i panni del rapper per vestire quelli da cantautore; Bersani sembra guidarlo per mano in quello che sembra ormai un inno generazionale che dà un senso alla serata. Voto: 8

 

Orietta Berti & le Deva – Io che amo solo te: una cosa è certa, la Berti nel cantare si mette in tasca tutti, e onora il ricordo di un grande molto sottovalutato come Endrigo. L’unica pecca sono le Deva che tolgono anziché aggiungere; se l’avesse cantata da sola avrebbe avuto più effetto. Voto: 6

 

Gio Evan & i finalisti di The Voice Senior – Gli anni: altro momento karaoke, credo che in molti abbiano sottovalutato la serata. Voto: 4,5

 

Ghemon con Neri per caso – Le ragazze/Donne/Acqua e sapone/La canzone del sole: finalmente un medley sensato, Ghemon si cala bene nel gruppo, ed è tutto un gioco di armonizzazioni. Voto: 7+

 

La Rappresentante di lista con Donatella Rettore – Splendido splendente: il classico caso di un gruppo di nicchia che vuole diventare nazionalpopolare. Peccato che è la stessa Rettore a rovinare il suo pezzo. Voto: 5,5

 

Arisa con Michele Bravi – Quando: Raffinati fino a diventare smielati, abbiamo capito che quest’anno Arisa mira al consenso facile con il suo lato melodico. Bravi fa da comparsa. Voto: 6

 

Madame – Prisencolinensinainciusol: per una che fatica a farsi capire quando canta, la scelta della canzone è coerente. Nell’esecuzione, però, non si capisce dove vuole arrivare; ha le idee confuse. Voto: 5

 

Lo Stato Sociale con Emanuela Fanelli e Francesco Pannofino – Non è per sempre: in giacca e cravatta per rendere omaggio ai lavoratori dello spettacolo, con tanto di elenco di alcuni dei locali, palazzetti e teatri chiusi per la pandemia. Con una speranza finale: “Non sarà per sempre”. Peccato che è un messaggio che passa all’1 di notte, a dimostrare che in Italia c’è chi considera questo un mestiere di serie B. Voto: 10

 

Annalisa con Federico Poggipollini – La musica è finita: la voce c’è tutta, e lei sa rileggere in chiave sua un pezzo datato. Voto: 6,5

 

Gaia con Lous and the Yakuza – Mi sono innamorato di te: Gaia ricorda Tenco prendendo a esempio Tosca quando lo scorso anno ha ricordato Dalla; la resa però è più bassa delle aspettative. Voto: 5,5

 

Colapesce Dimartino – Povera patria: un omaggio al loro conterraneo con un pezzo che in trent’anni mostra ancora tutta la sua attualità. Anche loro potevano fare di più. Voto: 6

 

Coma_cose con Alberto Radius e Mamakass – Il mio canto libero: scelgono un pezzo iconico; potrebbero premere di più ma hanno il freno a mano tirato, e l’orchestra li punisce. Voto: 6-

 

Malika Ayane – Insieme a te non ci sto più: Malika celebra la sua talent scout in una maniera molto soft. C’è classe, ma paga l’ora tarda. Voto: 6

 

Max Gazzè con Daniele Silvestri & Magical Mistery Band – Del mondo: un altro pezzo uscito dalla scuderia di Lindo Ferretti; arrangiamento complesso, eseguito da una band appena fondata e da due amici che è sempre bello veder suonare insieme, a testimoniare che quest’anno all’Ariston ci sono anche dei musicisti. Voto: 7

 

Ermal Meta – Caruso: accompagnato dai mandolini, lui fa il suo, ripropone esattamente il suo brano inedito. Sembra più una operazione a tavolino. Voto: 5,5

 

Aiello & Vegas Jones – Gianna: a fine esecuzione ti viene da esultare; non per l’interpretazione, sia chiaro, ma perché siamo arrivati alla fine della serata; una liberazione. A un certo punto sembra che lui volesse dire: “Gianna i limoni Giannaaaa!!”. Voto: 3

Ivan Cecere

Ivan Cecere

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