Parola a Richard Davies, fondatore di Twickets, la piattaforma made in UK per lo scambio fan-to-fan al prezzo di costo dei biglietti.
Non sarebbe poi così esagerato affermare che gli ultimi due mesi siano stati un vero e proprio terremoto per il mercato del secondary ticketing nel Regno Unito.
Mentre infatti i colossi AXS, Eventim e TicketMaster si preparavano a un clamoroso voltafaccia sulle rispettive politiche di rivendita, in casa Viagogo erano impegnati a querelare i maggiori promoter di musica dal vivo britannici e a rifiutarsi di comparire davanti a una commissione d’inchiesta parlamentare.
Inoltre, nonostante fossero corsi al riparo riformando le loro resale policies per l’Europa, i quadri di Ticketmaster si sono trovati recentemente nell’occhio del ciclone per via della piattaforma TradeDesk.
Intanto, i concorrenti di casa Stubhub giravano il dito nella piaga mettendo in dubbio le motivazioni alla base della decisione di Ticketmaster per la chiusura dei suoi siti per il secundary. A parere del gruppo rivale con sede a San Francisco, quell’operazione non sarebbe stata nient’altro che un tentativo di consolidare il mercato del ticketing togliendo ai consumatori la possibilità di conoscere il numero complessivo di biglietti disponibili per uno show.
Ma, d’altro canto, la dirigenza stessa di Stubhub ha ultimamente un disperato bisogno di allontanare l’attenzione dalle accuse mosse da un ex dipendente riguardo Ticketbis, una piattaforma al 100% in quota Stubhub, che sarebbe dominata nelle compravendite da soli 50 “superbagarini”.
Insomma il mercato del secondary ticketing (così come avvenuto in Italia dopo l’arcinoto servizio de Le Iene, ndr) continua a segnalarsi soprattutto per polemiche e fatti giudiziari. Questi rischiano però di distogliere la nostra attenzione dai processi rivoluzionari davvero in atto nel settore.
Ciò che mettono in realtà in evidenza questi fatti – e le sempre più rumorose reazioni che sollevano – è una crescente ostilità verso il bagarinaggio industriale e un deciso passo in direzione di un mercato di rivendita più equo ed etico.
Artisti, manager e fan sembrano voler fare finalmente fronte comune contro gli speculatori del ticketing e le piattoforme online su cui operano. In questo senso, va data parte del merito a quei promoter che si sono schierati dalla parte del movimento: il boss della Kilimanjaro, Stuart Galbraith, ad esempio, avrà il pieno sostegno di Twickets nella sua battaglia legale contro la sopramenzionata Viagogo.
Chiaramente non possiamo che accogliere positivamente ogni azione in favore della rivendita dei biglietti al loro prezzo effettivo, ma non prendiamoci in giro. Molte di queste azioni non sono figlie di uno slancio altruistico, quanto piuttosto delle risposte a una lunga e difficile campagna fatta di pressioni dal basso.
La chiave per portare alla dismissione quelle piattaforme che esistono solo per speculare sulla rivendita è sempre stata chiara: convincere i fan a non usarle e fornirgli delle valide alternative.
L’informazione è sempre stata base imprescindibile di questo processo.
I fan iniziano davvero a comprendere il funzionamento dei siti che si occupano di secundary ticketing e a prendere confidenza con le alternative a loro disposizione e questo sta avvenendo soprattutto grazie agli artisti che da un po’ di tempo a questa parte sono più espliciti e schierati sull’argomento. Un grande lavoro è stato inoltre fatto dalla FanFair Alliance, fondata proprio per riunire i membri della comunità creativa e musicale impegnati per arginare il fenomeno del bagarinaggio industriale sul web.
Non va poi dimenticato che, nel Regno Unito, diverse organizzazioni di industriali sono riuscite a far ascoltare i loro interessi nel contrastare il fenomeno in Parlamento. Anche il legislatore, dunque, rilevando i problemi causati dagli abusi del secundary market, sta provvedendo a introdurre una regolamentazione aggiornata sulla questione.
La tecnologia, poi, continua a rivestire un ruolo di primo piano nel bloccare la manipolazione di questo mercato.
Un maggior numero di sistemi mobile friendly, biometrics, codici a barre dinamici e la blockchain sono solo alcune delle innovazioni a disposizione affinché venditori e compratori siano legati da un rapporto individuale con tutti i diritti e privilegi del caso.
Tutti questi fenomeni aiutano a prevenire le truffe, aumentano la sicurezza degli eventi e creano un ambiente di rivendita sano e trasparente fan-to-fan, dove i biglietti sono venduti al loro valore nominale e non a prezzi da ricatto.
Abbiamo già visto come la presa di posizione di grossi artisti come i Foo Fighters, Ed Sheeeran, Catfish and the Bottlemen, tutti accomunati dalla recente decisione di ritirare biglietti acquistati attraverso canali non autorizzati per i rispettivi show, abbia favorito la ricerca di un nuovo equilibrio nel mercato a favore dei fan reali.
Vale la pena notare che, sebbene sinora questi movimenti abbiano coinvolto soprattutto l’Europa, ci sono segnali attendibili circa una prossima emulazione da parte degli altri key markets nei nostri confronti.
Mentre la nostra azienda continua a espandersi territorialmente anche in Nord America e in Asia, stiamo ricevendo il supporto di artisti come Elton John, Eric Church, Mumford and Sons, Pixies, Interpol ed Ed Sheeran, solo per nominarne alcuni.
Ad ogni modo non possiamo dirci soddisfatti – siamo lontani dall’esserlo. Non siamo così ingenui da pensare che certi problemi scompariranno del tutto.
Se da un lato applaudiamo alla decisione di chiudere siti come Seatwave e Get Me In come a delle vere e proprie pietre miliari nella lotta al bagarinaggio, sappiamo che certe attività, con ogni probabilità, troveranno la loro temporanea ricollocazione sulle pagine dei social media e sui siti di e-commerce come Facebook, Gumtree, Craigslist e altri.
Abbiamo perciò bisogno di mantenere alta l’attenzione sulla necessità di rendere lo scambio etico di biglietti una missione e un impegno per i fan, pensando a come certe innovazioni e processi di pensiero possano influenzarli.
Ad esempio, che aspetto avrà l’esperienza dei fan in questo nuovo scenario? Dobbiamo soprattutto mantenere le cose semplici e trasparenti, tanto per i fan quanto per gli artisti.
Essendo noi l’unica piattaforma in grado di assicurare che il prezzo di un qualsiasi biglietto per un qualsiasi show nel mondo venga scambiato al suo effettivo valore di mercato, sappiamo meglio di chiunque altro che, per la prevenzione dello sfruttamento dei fan, ci sarà un duraturo ed estenuante braccio di ferro da affrontare.
Sappiamo però anche che è solo questione di tempo prima che il bagarinaggio industriale diventi un fenomeno così dannoso e poco attrattivo rispetto alle alternative da farne un modello di business insostenibile.
Il futuro, a nostro avviso, è etico.