Dopo aver analizzato quanto accaduto in casa Spotify sul tema “artisti emergenti”, ci spostiamo dalla Svezia alla California, per comprendere come Apple stia rispondendo alla strategia del colosso dello streaming.
Apple ha perfezionato l’acquisizione di Asaii, una startup con sede a San Francisco specializzata nell’analisi della qualità della musica con A&R-boosting. Le cifre dell’operazione si aggirano intorno ai 100 milioni di dollari. La notizia dell’acquisizione, per prima riportata da Axios, è stata confermata da The House, uno dei primi investitori di Asaii.
La notizia dell’acquisizione di Asaii arriva appena tre settimane dopo quella del buyout (per 400 milioni di dollari) della piattaforma di riconoscimento audio più importante al mondo: Shazam. Tutto questo fa presagire che siano singoli tasselli di un mosaico strategico complessivo di Apple, il quale mira sicuramente a cambiare le regole del mercato musicale.
Come funziona Asaii nel dettaglio?
Il punto di partenza è l’analisi di tutti i siti su cui gli artisti sono soliti caricare la loro musica: Spotify, Apple Music, SoundCloud, Twitter, Facebook e Instagram. L’elaborazione di questo notevole flusso di dati proveniente dalle piattaforme di ascolto e dai social media, consente di confrontare i numeri in termini di visualizzazioni e streaming dei brani con frequenza giornaliera, settimanale e annuale di più artisti. Ma vi è una particolarità fondamentale: sfruttando i big data raccolti, Asaii promette di riportare la meritocrazia al centro dell’industria musicale, scovando i veri talenti prima delle label tradizionali.
Inoltre, possiede un algoritmo che genera suggerimenti musicali automatici per i gusti di ogni utente. È piuttosto ovvio immaginare perché ad Apple faccia comodo: sarebbe finalmente un’alternativa valida alle ormai celebri playlist Discover Weekly, Release Radar e Daily Mix di Spotify.
In parole povere?
Questi ragazzi hanno realizzato una piattaforma in grado di riconoscere la qualità degli artisti emergenti e consentire loro di affacciarsi al mercato musicale internazionale. La piattaforma consente a artisti, etichette e manager di “scoprire, tracciare e gestire i talenti utilizzando l’apprendimento automatico”. Asaii non è certamente nuova nell’ambito delle digital application. In precedenza il suo team ha lavorato con aziende come Uber, Facebook e Yelp.
Qual è l’obiettivo di Apple?
L’obiettivo del colosso della Silicon Valley è quello di rafforzare l’efficienza e la credibilità della sua piattaforma streaming (Apple Music), provando così a guadagnarsi la fiducia degli artisti emergenti, i quali la ritengono spesso “elitaria” e poco attenta alla musica indipendente, al contrario del colosso di Daniel Ek. Di fatto, il fondatore di Asaii, Cameron Baradar, si è detto “entusiasta” dell’acquisizione da parte di Apple, con la quale potrà “dare nuova dimensione al suo impatto” e contribuire alla “costruzione il futuro dell’industria musicale”, mostrando fin da subito di avere progetti ambiziosi per il futuro.
Tramite il know-how di Asaii, Apple si attrezza per scovare un talento prima di chiunque altro, in una sorta di lotta contro il tempo generata e alimentata dai ritmi crescenti (quasi innaturali) del mercato musicale attuale. Gli utenti, dunque, vengono continuamente bombardati da nuove proposte musicali, in netto contrasto con un’attenzione media sempre più in calo.
Funzionerà?
Apple, tramite l’acquisizione, spera di differenziarsi nettamente nella ricerca delle “superstar di domani”.
Noi di Elephant Music crediamo, da inguaribili romantici quali siamo, che i talenti debbano essere ancora scovati dal vivo, in giro per i club, le birrerie e nelle salette di provincia. Un concetto lontano da una promessa di “meritocrazia” composta da visualizzazioni, stream e algoritmi. Ciò non toglie che le iniziative dei due colossi dello streaming potranno giovare al mercato della musica indipendente, con la speranza che sempre più artisti non vengano fagocitati dalle major come accessori “usa e getta” in perfetto stile Talent Show.