Nu Core, chitarre ed elettronica nella pandemia made in UK

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Aria di novità per la musica in Gran Bretagna?

 

Il 15 Gennaio “Suckapunch” dei You Me At Six conquista la vetta delle classifiche britanniche per copie vendute. Per i più ciò potrebbe non risultare una notizia, se non si considerasse che la band inglese, nota alle nicchie di appassionati di Emocore, ha virato sempre più verso una nuova dimensione elettronica, conquistando per la seconda volta consecutiva la vetta delle classifiche UK.
La sensazione che qualcosa di interessante si stia muovendo oltre l’Unione (incredibile soltanto a dirsi, buona parte dello UK è fuori dall’Unione), è data anche dalla presenza massiccia di realtà musicali dai tipici suoni Rock e affini.
A conferma (e, personalmente, a sorpresa), le istanze sociali e politiche del duo di Nottingham, Sleaford Mods, nella settimana in questione, piazzano il loro nuovo album “Spare Ribs” proprio alle spalle dei You Me At Six. In una recente intervista concessa a Rockerilla, Jason Williamson ha definito “peggiorata la situazione per la quale alcuni rapper parlano di strada, ma sono parte della classe media”, e soltanto poche settimane dopo i Sleaford Mods possono guardare alcuni di quei rapper dai vertici delle classifiche.

 

Ebbene: la prova del nove del cambiamento tra le attitudini e i gradimenti del pubblico britannico, che spesso accoglie a braccia aperte le infinite sperimentazioni in ambito musicale, è data da ciò che è accaduto soltanto due settimane dopo.
Il 29 Gennaio è stata la volta dei Bring Me The Horizon, che si sono ritrovati a (loro) sorpresa in vetta alle classifiche britanniche con “Post Human: Survival Horror”.

Il frontman Oliver Sykes ha recentemente affermato: “Non ci aspettavamo davvero di ottenere la posizione numero 1, ringrazio tutti i fan per il supporto. Questo è un ottimo modo per iniziare il nostro anno.”

 

È giusto precisare, per chi non conoscesse il quintetto di Sheffield, che i Bring Me The Horizon, con i You Me At Six, ad oggi condividono un approccio più melodico all’Emocore (definibile sommariamente come Nu Core, ma ciò meriterebbe approfondimenti), con sfumature Pop e di Elettronica a tratti dominanti.
A seguire in classifica il gruppo dell’eccentrico Sykes, ci sono i Lonely Brave, giovane Rock band di Cambridge, e l’Hard Rock del “supergruppo” The Dead Daisies.

Sta cambiando qualcosa tra le preferenze delle nuove generazioni UK?

Detto sinceramente: un ritorno del genere e “di genere” da questa parte della Manica non si poteva dare per scontato.
Si conferma una costante: quella della vendita del supporto fisico che premia, per quanto possibile, strutture musicali certamente più complesse rispetto a quelle che dettano legge tra i numeri dello streaming.
In particolare, dal nuovo suono dei Bring Me The Horizon e dei You Me At Six si denota una forte influenza fornita da una produzione raffinata.

 

Una nuova produzione Emocore?

Il volto di questo cambiamento è quello del musicista e produttore Jordan Fish, che col suo contributo alla produzione così come alle tastiere, ha rivoltato come un calzino il sound dei Bring Me The Horizon, rendendolo più affine ad una nuova idea di Rock e di Metal, certificando un’inversione di tendenza dell’intero mercato musicale in chiave Nu Core o Nu Emocore (per la gioia dei nostalgici).

Se ciò può durare o è da considerarsi un semplice lampo lo dirà soltanto il tempo. Di sicuro in Gran Bretagna gli exploit delle band citate, che spesso hanno lasciato sorpresi gli stessi interessati, sono sospinte dalla scia di entusiasmo di numerosissimi fan.

Sorge spontaneo un quesito: è forse a causa della pandemia e del conseguente isolamento sociale che si è avuto modo di tornare a dedicare maggior tempo all’ascolto della musica e al suo approfondimento? E in che misura ciò ha influito sulle classifiche britanniche?

 

Di sicuro l’isolamento ha reso la produzione UK più fiorente che mai. Martin Gore, storico compositore dei Depeche Mode, ha appena pubblicato l’EP solista realizzato in questi mesi e intitolato “The Third Chimpanzee”, dichiarando: “se non avessi potuto produrre musica, ora sarei al manicomio”.

Nel dubbio, provate ad ascoltare i lavori indicati. Il tempo per la libertà assoluta è ancora lontano; quello a disposizione da dedicare alla musica è ancora tanto, e pare che lì, in Gran Bretagna (e quando mai), ascoltatori e musicisti lo stiano sfruttando davvero bene.

Giancarlo Caracciolo

Giancarlo Caracciolo

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