Cari lettori, bentrovati alla quarta puntata della nostra rubrica. Sentivo la necessità, dato il periodo storico che stiamo vivendo, di soffermarmi su alcune tecniche che potete applicare con semplicità per trarre benefici dalla Musicoterapia.
Armonia+Melodia=Emozioni
La musica parla un altro linguaggio. La sua meta-comunicazione è fatta di tempi, solfeggi e lì dove un “Fa” cresce o decresce trasformandosi in diesis o bemolle, il ritmo incalza e dopo pochi pentagrammi torna calmo. Alto, basso, acuto grave, archeggio, pizzicata, tenuta della nota e un suo lento scivolare in un fisso ostinato oblio. Quando si incontra l’armonia di una melodia, il defluire delle note nella loro serena o tormentata complessità, dà il piacere del sentire le emozioni – anche quelle più graffianti. Il piacere di un sentire ha l’immediatezza del suo esistere in quell’istante: la volubilità che caratterizza l’umore dei suoi stati d’animo, annusa la regressione che la musicoterapia gli propone.
Prendersi tempo per ascoltare la musica
Un consiglio che mi sento di darvi è quello di dedicare ogni giorno almeno un’ora o mezz’ora all’ascolto della Musica. Scegliete una playlist, un genere musicale secondo ciò che sentite e percepite in quel momento. Individuate un posto comodo, accogliente: il vostro spazio. Chiudete gli occhi e predisponetevi all’ascolto, preferibilmente con le cuffie, per focalizzarvi meglio e non avere elementi esterni che possano essere di disturbo o di distrazione. Se preferite potete anche tenere gli occhi aperti o alternare. Dopo questo tempo dedicato all’ascolto prendete un “diario sonoro”, dove potrete scrivere un pensiero, una parola, un’immagine o qualsiasi altra cosa vi sia venuta in mente. Potete fare questo esercizio una volta al giorno per il tempo che sentite di dedicare o anche a giorni alterni; tutto dipende da voi, la scelta è personale e spontanea. Concentratevi sul respiro, inspirando ed espirando – ancor meglio se conoscete la tecnica di respirazione diaframmatica. Attraverso questo esercizio, ripetuto nel tempo, si può raggiungere un grande benessere psicofisico, allentando i pensieri e diminuendo lo stato di ansia o soffocamento.
La musica a 432 Hz e l'”Effetto Mozart”
Il sistema orecchio-cervello opera come fosse un convertitore analogico digitale, dove ogni informazione (percezione e stimolo sonoro) è il risultato di un conteggio. Il cervello conteggia temporalmente gli impulsi neurali stimolati nell’orecchio interno, e ciò è alla base della sensazione di consonanza e della percezione di un timbro omogeneo e compatto. I segnali consonanti sono dunque preferibili in quanto hanno una fisionomia strutturata e risultano più facili da elaborare. All’“Effetto Mozart” è legata la musica a 432 Hz. Fu Alfred Tomatis, dopo anni di ricerche sulle proprietà curative del suono, ad affermare che la musica di Mozart è quella che dona un maggior effetto terapeutico, coinvolgendo corpo e mente. Inoltre, è stata anche adottata sugli animali e sulle piante, dimostrando dei reali benefici. Non mi resta che augurarvi un Buon viaggio musicale!