Cari lettori, ho scelto di scrivere questa rubrica dedicata all’Arteterapia col desiderio di approfondire insieme a voi la “Musicoterapia”. In questo momento storico particolare, abbiamo necessità di fermarci un attimo e applicare alla vita di tutti i giorni piccole accortezze per migliorare il nostro benessere psicofisico. Il potere della Musica molti di voi già lo conoscono: quante volte ascoltate musica per rilassarvi? Oppure, vi capita mai di essere tristi e ascoltare musica triste? Quasi sempre si tratta di canzoni suonate in minore, fateci caso! O, ancora, vi capita di essere adrenalinici e cercare una musica più ritmata che fa venir voglia di ballare? In questa rubrica voglio farvi esplorare le infinite possibilità dell’Arteterapia che, nella maggiore, usano il “non verbale” per stimolare il sentire e le emozioni attraverso un processo creativo. Ci sono diversi modelli applicabili in concreto, ma oggi non entriamo troppo nello specifico. Un passo alla volta…
Cos’è la Musicoterapia?
La Musicoterapia è una disciplina che utilizza il linguaggio sonoro-musicale all’interno della relazione tra il facilitato e il facilitatore o l’utente e il musicoterapeuta. Giocare con i suoni e gli strumenti, i rumori che ci circondano, dai barattoli ai mezzi più disparati, fino agli strumenti musicali complessi e alle body percussion. Il mondo sonoro si rende disponibile ad essere utilizzato e rielaborato in Musicoterapia. Fare musica vuol dire sperimentarsi con un linguaggio universale, senza particolari competenze tecniche acquisite. Comunicare con i suoni a partire dagli scarabocchi sonori alle stonature, fino alla drammatizzazione, alle storie cantate e suonate e anche alle rappresentazioni. Ma musicoterapia significa anche sentire e far sentire la propria voce, la propria emozione, la propria voglia di essere con gli altri; è riscoprire la musica non solo come fenomeno di comunicazione universale interpersonale, bensì in quanto strumento di riflessione intrapersonale e di crescita. È questa la direzione da seguire per raggiungere quell’“empowerment” fatto non solo di rinforzo delle proprie capacità elaborative e di autonomia, ma anche di fiducia nelle proprie possibilità espressive, poiché non sono in gioco le competenze musicali, ma le sonorità che l’individuo riesce a esprimere secondo le sue potenzialità.
Investire sulla creatività umana attraverso la musica
La musicoterapia offre lo spazio protetto (setting) nel quale cercare all’interno di sé mediante il gioco e la regressione guidata. Ciò che prima non esisteva, espresso attraverso i suoni, permette di comunicare e confermare la nostra esistenza nel mondo. Nella musicoterapia la prima esigenza è quella di rivolgersi ai bisogni e ai problemi della persona attraverso la musica: si sceglie o si crea la musica per la sua potenzialità terapeutica, riabilitativa, preventiva o clinica, finalizzata all’utilità e all’interesse della persona, e solo in ultima analisi per i suoi aspetti estetici e artistici. La musica è un meraviglioso mezzo per impegnarsi in diversi generi di conversazione o dialogo tra due o più persone. Le arteterapie, tra cui quella in questione, guardano alla vita e al processo necessario al raggiungimento di un soddisfacente stato di benessere, come un evento ricco di senso che coinvolge l’intera collettività, andando a investire su quella facoltà squisitamente umana che è la creatività.