Elefanti a Sanremo 2021 – Il pagellone musicale della quarta serata della “kermesse”

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Siamo oltre il giro di boa! Siamo sopravvissuti a un’altra serata infinita che ha portato i primi verdetti di questo Festival 2021. Ieri sera, si è infatti proclamato il vincitore dei Giovani, con il trionfo commosso di Gaudiano. Ha vinto il migliore? Non esattamente dato che Shorty e Folcast avevano pezzi decisamente più interessanti, ma questo passa il convento quest’anno, ha vinto forse la storia dietro il pezzo. E temo che questo non sarà l’unico verdetto agrodolce di questa edizione.

 

C’è stata poi la carrellata dei 26 Big, giudicati esclusivamente dalla Sala Stampa, ovvero l’unica componente che avrebbe potuto cambiare radicalmente le sorti della competizione. Dico avrebbe potuto, perché forse si nutrivano aspettative troppo alte, e il risultato finale complessivo è stato al di sotto delle attese. Infatti il podio dei giornalisti è composto da Colapesce Dimartino, Maneskin e Willie Peyote, mentre si fatica a comprendere la scelta di portare in alto due come Irama e Madame, e relegare in fondo Extraliscio e Ghemon. Per una classifica generale che vede alti Ermal Meta, Willie Peyote e Arisa. Dato che da stasera entrerà in ballo il televoto, fatico a prevedere cambiamenti clamorosi.

 

Tra i momenti musicali della serata, degna di nota è stata la presenza di Mahmood, l’uomo che due anni fa fece gridare tanti al complotto per la sua vittoria, compresi due Ministri del Governo di allora che accusarono Mauro Pagani (presidente della giuria di qualità in quella edizione) di essere incompetente. E non vado oltre, fa già ridere (o piangere) così.

 

Sanremo 2021: la finale delle Nuove Proposte

 

Davide Shorty – Regina: si conferma il pezzo migliore della categoria, un funky orchestrale che funziona. A lui il premio della Sala Stampa Lucio Dalla. Voto: 7

 

Folcast – Scopriti: un’altra buona conferma, lui si muove da giovane cantautore e gli archi danno qualcosa in più. Voto: 6,5

 

Gaudiano – Polvere da sparo: anche qui gli archi fanno la loro bella parte nell’inciso, ma solo quello, il resto non incide, durante le strofe sembra vada di fretta. Voto: 5,5

 

Wrongonyou – Lezioni di volo: mette in scena un rap acustico con un tocco di vocoder. Inspiegabilmente vince il Premio della Critica. Voto: 5

 

Le performance dei Big nella penultima serata del Festival

 

Annalisa – Dieci: non sbaglia neanche a pagarla, e il pezzo cresce rispetto alla prima sera. Voto: 6,5

 

Aiello – Ora: quello che succede con Annalisa, non succede con Aiello. Lui pare più contenuto rispetto alla prima sera, ma non risparmia le urla, e poi finisce con la voce arricchita come oggi. Voto: 4

 

Maneskin – Zitti e buoni: sono più agitati del solito, Damiano accenna al fiatone e il chitarrista vorrebbe spaccare la chitarra. Chissà forse ci sta pensando per la finale. Voto: 6,5

 

Noemi – Glicine: un’altra piacevole conferma; la dimostrazione che quando sai cantare anche un pezzo che può sembrare già sentito rimane gradevole. Bello il crescendo dell’inciso. Voto: 6,5

 

Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: un po’ meno pathos della prima volta, rimane sempre nella fascia: “che c’azzecca!?”. Fuori dal tempo. Voto: n.c.

 

Colapesce Dimartino – Musica leggerissima: anche loro sembrano un po’ in affanno, dal vivo il brano ha una resa inferiore, ma rimane comunque una delle cose migliori di questo Sanremo. Voto: 7,5

 

Max Gazzè – Il farmacista: i suoi sono i veri quadri del Festival di Sanremo, non me ne voglia Achille Lauro. Stasera Gazzè si presenta vestito da Salvador Dalì, un po’ Guy Fawkes, un po’ Nino Frassica. Il pezzo è davvero bello, però, caro Max esci sto basso! Voto: 7+

 

Willy Peyote – Mai dire mai (la Locura): il livello continua a rimanere alto; la presenza di Samuele Bersani ieri sera sembra averlo rassicurato. Saprà prendersi le sue soddisfazioni. Voto: 7,5

 

Malika Ayane – Ti piaci così: questa volta Malika non ha proprio il pezzo giusto; neanche il secondo ascolto lo fa decollare. Da salvare il solo inciso. Voto: 5,5

 

La rappresentante di lista – Amare: la vera parte la fa l’orchestra con archi e fiati che rendono il tutto più “pieno”; lei continua a muoversi troppo e questo ogni tanto le fa perdere il controllo della voce. Il pezzo rimane buono. Voto: 6,5

 

Madame – Voce: ha l’aria di una bambina che piange dopo essere stata messa in punizione dai genitori. Fatico a comprendere la “forza” della canzone. Voto: 5

 

Arisa – Potevi fare di più: anche lei non sbaglia nulla, sempre intensa, ma deve scontrarsi con un eccesso di classicità che rende il pezzo già sentito. Voto: 6

 

Coma_Cose – Fiamme negli occhi: “Hai le fiamme negli occhi e se mi guardi mi bruci”, il ritornello è molto efficace; lei ci mette la voce e lui la sensibilità. Voto: 7-

 

Fasma – Parlami: a guardarlo ti viene l’ansia; perennemente agitato e perennemente fissato con l’autotune. Voto: 4

 

Lo Stato Sociale – Combat pop: a mezzanotte la caciara di cui avevi bisogno “perché noi lavoriamo col favore delle tenebre”. Tre anni dopo la vecchia che balla, ora la guest star è il trasformista alle loro spalle. Voto: 7

 

Francesca Michielin e Fedez – Chiamami per nome: il brano è il classico poppettino a cui siamo abituati da ormai 6-7 anni. Guadagna qualcosina con la seconda esibizione. Sono ancora convinto che se fosse stato presentato dalla sola Michielin avrebbe potuto prendere un’altra piega. E comunque quel “baby” ripetuto continuamente non si può sentire. Voto: 5,5

 

Irama – La genesi del tuo colore: l’esecuzione è sempre quella delle prove quindi incommentabile. Voto: n.c. all’esibizione, 5- alla canzone

 

Extraliscio & Davide Toffolo – Bianca luce nera: che bello questo punk da balera! Una canzone che più va avanti e più arriva. Chapeu. Voto: 7+

 

Ghemon – Momento perfetto: è il pezzo migliore di questo Festival, scorre via liscio liscio, piacevole e anche lui si sente a suo agio sul palco. Voto: 8

 

Francesco Renga – Quando trovo te: a France’ ma che succede?  Le strofe non si sentono, nel ritornello stecca a più non posso. Per non parlare del pezzo che già da sé non c’è. Fermi tutti! C’è stato un problema con i microfoni; Amadeus lo fa ricantare, ma cambia poco. Voto: 4,5

 

Gio Evan – Arnica: sembra che canti con la bocca piena, e durante le strofe va a singhiozzo. È tutto un grande Mah! Voto: 4,5

 

Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: è l’1,30 e lui anticipa di mezz’ora rispetto a ieri. L’ora tarda non lo spaventa, punta ancora sull’intensità, ma il pezzo è ancora a tratti fiacco. Voto:6-

 

Bugo – E invece sì: sarà l’ora ma questa volta appare più vivace rispetto alla prima volta, e anche l’interpretazione ne giova, ma c’è ancora tanta strada da fare per dare valore a un buon pezzo. Voto: 6-

 

Fulminacci – Santa Marinella: un altro che è uscito rigenerato dalla serata dei duetti; è ancora sotto l’effetto di Roy Paci. Una bella sorpresa. Voto: 7

 

Gaia – Cuore amaro: la canzone non arriva, ti distrai un attimo ed è già finita. Voto: 4

 

Random – Torno a te: si conclude con il punto più basso; vuole fare il cantante melodico ma non è suo mestiere. Inascoltabile. Voto: 3

Ivan Cecere

Ivan Cecere

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