Il vinile più venduto dello scorso decennio è dei… Beatles, l’artista con più stream è Drake. E questa è una buona notizia.
Il vinile più venduto dello scorso decennio è Abbey Road dei Beatles e non sarebbe una notizia se solo non vi dicessi che la stessa non proviene dal 1980.
Per quale motivo allora Abbey Road, pubblicato il 26 Settembre del 1969 è il vinile più venduto dal 2010 al 2019?
La tentazione è quella di rispondere con una delle affermazioni più semplicistiche e ovvie che si possa fare quando si parla del quartetto di Liverpool, ossia che trattandosi di una delle band più influenti della storia, brani quali Come Together sono e saranno per sempre voce di più generazioni. Probabilmente, per quanto romantica e leggermente altezzosa sia la mia motivazione, tale risposta non è esaustiva.
Osservando la top ten diffusa da Nielsen Music possiamo notare che le vendite in vinile delle produzioni precedenti al decennio dominano la classifica:
Beatles: Abbey Road (1969) – 558,000 copie vendute
Pink Floyd: Dark Side Of The Moon (1973) – 376,000 copie vendute
Various Artists: Guardians of the Galaxy Colonna Sonora (2014) – 367,000 copie vendute
Bob Marley & the Wailers: Legend (1984) – 364,000 copie vendute
Amy Winehouse: Back to Black (2006) – 351,000 copie vendute
Michael Jackson: Thriller (1982) – 334,000 copie vendute
Beatles: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (1967) – 313,000 copie vendute
Fleetwood Mac: Rumours (1977) – 304,000 copie vendute
Miles Davis: Kind of Blue (1959) – 286,000 copie vendute
Lana Del Rey: Born to Die (2012) – 283,000 copie vendute
Balza all’occhio come solo un album su dieci sia stato pubblicato nel decennio in cui è stata eseguita la raccolta dei dati, più precisamente si tratta di Born To Die (a mio parere splendido) disco d’ esordio di Lana Del Rey, pubblicato nel 2012. Più generalmente si può notare che i numeri di vendita alquanto irrisori (nella top ten circa tre milioni di pezzi venduti in dieci anni), nonostante un ritorno del supporto a giri considerato in salita, dimostrano una sostanziale “eclissi sul giradischi“.
Appurato ciò, la tentazione successiva sarebbe quindi quella di screditare l’imponenza generazionale di band quali Beatles, Pink Floyd o artisti quali Michael Jackson e Bob Marley, bollando tale dato come un rimasuglio nostalgico di una fetta di irriducibili che, per motivi già discussi in dibattiti che faticano a trovare riscontri definitivi, continuano quello che pare essere per lo più un rito di celebrazione. Sicuramente, seppur ci sia del vero nell’affermare ciò, se volessimo entrare nel merito di ciò che è accaduto nel solo anno appena trascorso, tale risposta non sarebbe comunque del tutto esaustiva.
La classifica dei vinili più venduti in Italia nel 2019 vede sì l’ onnipresenza dei Pink Floyd (The Dark Side Of The Moon alla n.1 e Wish You Were Here alla n.9) ma anche la presenza di dischi più recenti quali Western Stars di Bruce Springsteen (che il boss ha pubblicato a Giugno del 2019), Start di Ligabue pubblicato a Marzo e Zero Il Folle di Renato Zero, pubblicato addirittura in Ottobre, tutti nella Top 20. Questi sono dati che cancellano (o quantomeno schiariscono) parzialmente quella linea di demarcazione che sembrava definire in maniera netta il legame tra i grandi album del passato e gli irriducibili sostenitori del supporto fisico.
Un’analisi più esaustiva indurrebbe quindi ad allargare la morsa del tempo inglobando, oltre la variante temporale della data di pubblicazione di un disco, anche quella in cui l’artista si è tendenzialmente fatto conoscere, ma anche tale risposta, seppur da considerarsi sufficiente, non sarebbe totalmente esaustiva.
A tal proposito la top 20 dei vinili più venduti in UK nel 2019 ci fornisce un’analisi ancora più particolare. Dall’altra parte della Manica il vinile più venduto dell’anno trascorso è stato Why Me Why Not dell’ eccentrico Liam Gallagher, tartassato dal tanto discusso disco di debutto di Billie Eilish che è anagraficamente in compagnia del ventitreenne Lewis Capaldi, nuova stella del Cantautorato scozzese.
Che cosa si può davvero dimostrare con tutto ciò? Tutto o niente.
Che all’inizio di questo sconvolgente ventunesimo secolo, il branco di lupi insaziabili del collezionismo e dell’ascolto di qualità che ascolta ancora in vinile è un po’ più nutrito, e che l’identikit dell’acquirente tipo della musica ha un profilo un po’ bizzarro: sicuramente è rockeggiante ma non disdegna Pop, Blues, la contemporaneità e le calde voci femminili (considerando anche che i CD, i “figli digitali” dei vinili incoronano Adele regina del decennio).
Dimenticavo. Drake è l’artista con più stream dello scorso decennio, in compagnia di Ed Sheeran, Kanye West, Justin Bieber e Ariana Grande, e nessuno di questi è presente nelle vette delle classifiche dei vinili più venduti; è chiaro quindi che il ben più nutrito branco di lupi al loro seguito ha un altro pelo e altre orecchie, e questa sì che è una notizia esaustiva.
(fonte dati: Nielsen Music)