Il 14 febbraio 2020 è scomparso Erriquez (pseudonimo di Enrico Greppi), frontman dell’iconica Bandabardò. Uno dei nostri autori (Edoardo Biocco) ha voluto ricordarlo così in un’appassionata nota che pubblichiamo a distanza di qualche giorno dalla brutta notizia.
Erriquez, campione assoluto di comunicazione col pubblico
“Non è giusto. Sono le tre parole che pensi quando qualcuno a cui vuoi bene se ne va. E quando ad andarsene è uno come Erriquez, hai la netta sensazione che si alzi un coro di “non è giusto”: ti sembra di sentirlo che sale sempre più man mano che la notizia rimbalza. Rimbalza troppo lentamente, vorresti che tutti lo sapessero insieme a te, perché li vorresti idealmente accanto fin da subito. E se questo non è stato il superpotere di Erriquez…
Una capacità straordinaria nell’unire il pubblico, ti faceva sentire a casa e percepivi che tutti quelli attorno a te non erano ospiti sconosciuti, ma amici di una vita. Non si trattava di confidenza, non si trattava di farti cantare le sue canzoni, ma era una forma di semplicità che ti arrivava dritta in faccia.
Bandabardò, la felicità del “noi”
Interpretava ancora con grande coerenza la filosofia musicale di un’intera esistenza, che passa ogni giorno più in sordina. Sembrava quasi che il suo fine ultimo fosse quello di farti ballare in mezzo alla polvere e non farti capire più nulla. Questa è la filosofia di cui parlo. Un modo di pensare la musica come fosse il mezzo per avvicinarti al prossimo. Erriquez con la musica era l’amico intermediario che ti presentava agli altri.
Suona romanzato e retorico, ma lui ha significato tanto per una generazione che vedeva migrare le serate verso una dimensione da cocktail e monologo interiore, e che piano piano lasciava indietro le feste travestite da concerto come erano quelle della Bandabardò.
Quando un “big” se ne va, la festa continua
Sarebbe bello se per salutarti, adesso, ci si presentasse tutti con i vestiti coperti di terriccio, impolverati, sudati, schizzati della birra del tizio accanto o del vinello un po’ puzzolente del Primo Maggio. Sarebbe una festa continua e in dono ti lasceremmo i nostri vent’anni… Che senza persone come te noi che ci facciamo?”