Impariamo a conoscere la Musicoterapia #5 – Catarsi e Reminiscenza

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La Musica nel tempo ha assunto un’energia catartica e di reminiscenza. La Catarsi nella mitologia greca rappresentava il momento in cui ci si ripuliva dall’energia negativa e dalle contaminazioni visibili o invisibili: rappresentava una vera e propria azione di purificazione. La Reminiscenza è il ricordo vago e impreciso di un qualcosa intrinseco nella nostra memoria, ma momentaneamente dimenticato.

 

Fra mito e credenze

 

La storia della civiltà contiene aspetti mitici di ordine universale, dove l’espressione musicale ha assunto spesso un valore catartico mediato solo da riferimenti strutturali di quel particolare rito. Per una visione più completa bisogna arrivare ai Pitagorici, che cominciarono a studiare le relazioni tra magia, rito e musica. Questo movimento ebbe una importante risonanza sul pensiero di Platone (ricordiamo l’Eutidemo, ossia un dialogo scritto da Platone che esprime in modo moderno le sue idee, affermando la potenza catartica del movimento ritmico e della musica in generale).

 

Pensiamo anche alla dimensione terapeutica vissuta nel Salento con l’esorcismo coreutico-musicale del Tarantismo (malattia provocata dal morso della tarantola), con la pizzica-taranta a rappresentare il rimedio adoperato dai musicisti terapeuti per la cura delle contadine morsicate. I musicisti si disponevano attorno alla “tarantata” cominciando a improvvisare delle melodie che potessero identificare il tipo di ragno e rimuoverne l’effetto.

 

La musica: un linguaggio universale di Resistenza

 

Parlando di dimensione catartica dobbiamo ricordare gli schiavi d’America, maltrattati e sfruttati , che reagivano al potere del più forte intonando dei canti su queste grandi distese di terra, per accompagnare il lavoro nelle piantagioni di cotone e canalizzando la loro energia per superare l’ingiustizia e trasformare l’aggressività. Conosciuto anche come Spiritual, il canto inizialmente era intonato da un coro con l’accompagnamento del battito delle mani, creando un’armonia tra voci e body percussion. Se parliamo di catarsi non possiamo non citare il potere che può assumere un canto di gruppo, nella dimensione meditativa del mantrico Om: un mezzo vocale che rende possibile il passaggio da uno stato di coscienza a un altro.

 

Possiamo ancora citare qualche esempio, come il valore del coro nella tragedia greca, elemento strutturale di riferimento per l’allargamento dinamico della portata dell’impianto scenico attraverso l’enfatizzazione degli spunti emotivi, caratterizzanti il pathos della finzione teatrale. Ma anche il significato rituale del pianto o dei canti funebri in occasione di un lutto e le emozioni che ne derivano. Tali riferimenti culturali ci permettono una visuale più ampia di quelle che sono state, nel corso della storia, le esperienze di musicoterapia all’interno delle quali si è cercato di utilizzare le potenzialità terapeutiche di base della musica e di formulare un modello tecnico che fosse funzionale e fruibile per tutti. Un linguaggio universale!

 

Il ricordo indelebile della musica

 

La musica evoca emozioni come nostalgia, malinconia, ricordi legati agli affetti, all’amore, a periodi importanti della nostra crescita, luminosi o bui. Qui torniamo alla reminiscenza, conosciuta anche come “reminiscence bump”, (trad. “sobbalzo del ricordo”). Vi è mai capitato di ascoltare una canzone in radio e avere subito un’immagine vivida di un pezzo della vostra vita? Gli stessi brani musicali attuali, possono portarci alla reminiscenza di un gruppo più datato.

 

Potremmo raccontarci attraverso la Musica: ognuno di noi possiede un bagaglio musicale, partendo dalla ninna nanna cantata da un genitore, passando per le sigle dei cartoni animati nell’infanzia, o delle serie tv nell’adolescenza, fino ad arrivare alle colonne sonore dei nostri film preferiti, alle prime canzoni cantate sotto la doccia o su una spiaggia in una sera d’estate, circondati dalla brezza marina, strimpellando una chitarra con gli amici.

 

Potremmo scegliere una canzone per ogni fase della nostra vita, studiarla e accogliere i cambiamenti e le diversità del nostro percorso esistenziale.

 

Simona De Pace

Simona De Pace

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