Mentre in Italia si rinvia la musica al 2022, l’Olanda è già “Back To Live!”

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Biddinghuizen è un piccolo paesotto di poco più di seimila anime (definito villaggio) nel comune di Dronten, nei Paesi Bassi, dove si tiene uno dei più importanti festival musicali europei: il “Lowlands Festival”, dedicato principalmente a Elettronica, Rock e Jazz.

 

Il 20 Marzo 2021, il Covid-19 affossa il popolo olandese con oltre 7500 contagi, dato più alto della settimana. Se si considera che la popolazione conta poco più di 17 milioni di abitanti, circa un quarto di quella italiana, il dato assume connotati allarmanti. Ebbene, mentre lo spettacolo in tutta Europa è fermo per ovvi motivi, in piena pandemia 1500 persone, in fase test, partecipano regolarmente al festival musicale. Ma come, vi chiederete?

 

Il progetto “Back To Live!”

 

“Back To Live!”, che nel doppio gioco di parole indica il ritorno alla vita prima ancora di quello agli eventi dal vivo, è l’obiettivo di Fieldlab Events, un’iniziativa congiunta in cui ha parte attiva la così definita Alliance of Event Builders, che interessa le organizzazioni di eventi del Lowlands Festival, della Johan Cruijff Arena (stadio gioiello della squadra di calcio Ajax Football Club), dell’Ahoy Arena, dell’Eredivisie (il massimo livello del campionato olandese di calcio dei Paesi Bassi), e della Formula 1. In buona sostanza un’alleanza trasversale tra spettacolo, sport e intrattenimento: un concetto di non facile comprensione per il nostro Paese.

 

Il funzionamento dell’evento-test

 

I 1500 spettatori, numero chiaramente contingentato rispetto alla consueta portata del Lowlands Festival, sono stati sottoposti 48 ore prima dell’inizio dell’evento ai test per il Covid-19, mentre all’ingresso della venue sono stati effettuati 150 test rapidi a campione (il 10% dei partecipanti totali, con 26 casi positivi che non hanno ovviamente potuto partecipare all’evento).

Una volta all’interno, hanno dovuto tutti indossare la mascherina e un localizzatore e utilizzare un’ app per smartphone, indispensabile al tracciamento.

 

Il dilemma di un plausibile focolaio durante l’evento live

 

Fieldlab Events offre, quindi, supporto strategico sia al Governo che ai lavoratori del settore e alle comunità olandesi. In tale ottica di prevenzione, il grande dilemma è legato a che tipo di efficacia abbiano potuto avere tali misure preventive.

Il capo ricercatore del programma Andreas Voss, in un’intervista rilasciata per il NL Times ha dichiarato: “Queste misure ci danno l’opportunità di fare più cose, anche prima del raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso i vaccini.”

 

L’obiettivo è quello di coadiuvare gli interessi economici dell’industria degli eventi e quelli socio-culturali del Governo, con lo scopo di sondare il terreno rispetto alla possibilità di tornare attivamente alla realizzazione di eventi dal vivo.

Il tutto non viene concepito in maniera autonoma o unilaterale, ma in maniera rigorosa, col supporto attivo delle forze politiche, grazie al sostegno dei ministeri dell’Economia, della Giustizia e della Sicurezza e della Sanità Pubblica, del Welfare e dello Sport e, dulcis in fundo, dell’Istruzione, della Cultura e della Scienza che sono agglomerati in unico ministero: l’ OCW (acronimo di Ministerie van Onderwijs, Cultuur en Wetenschappen).

 

La sfida di Back To Live!

 

Il mix tra test preventivi e il tracciamento dei contatti potrebbe essere una strategia efficace per riaprire tutta una serie di attività sportive, culturali, d’intrattenimento. L’Olanda sta sfidando il Covid-19 con la consapevolezza della scienza, la responsabilità della politica e il senso civico dei cittadini: tutti elementi imprescindibili.

In Aprile si avranno i risultati finali di questo test che monitoreremo con attenzione. Al di là degli esiti, i Paesi Bassi saranno vincitori rispetto alla volontà di aver almeno provato a raggiungere, prima della cosiddetta immunità di gregge, un vero ritorno alla vita, o meglio un Back To Live!

 

Gli ultimi aggiornamenti sulla situazione live in Italia

 

Nel nostro Paese, dove non esiste un vero e proprio dicastero orientato al connubio tra cultura e scienza (col MUR che incorpora Università e Ricerca scientifica e il MIC, Ministero della Cultura, tenuti distinti e separati), la situazione è diametralmente opposta.

In queste ultime ore, gli organizzatori di I-Days e Rock The Castle hanno rotto gli indugi dichiarando posticipati al 2022 i rispettivi appuntamenti annuali, per lo sconforto di fan, musicisti e lavoratori dello spettacolo. Facile risulta ipotizzare come nelle prossime ore si assisterà a una escalation di “forfait di massa” degli eventi.

La portata di tali festival musicali e artistici richiede sicuramente un’organizzazione tempestiva, ma la differenza di presa d’iniziativa e rassegnazione tra alcuni Paesi come l’Olanda o la Spagna – che ha testato un evento simile a Barcellona – pare eccessiva, palesando ancora una volta la differenza di percezione del peso specifico della cultura, e di tutto ciò che ad essa è correlato, tra diversi Paesi europei e l’Italia.

Giancarlo Caracciolo

Giancarlo Caracciolo

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